venerdì 18 luglio 2008

Gazzettino 17 luglio

Nogarè, marcia e raccolta firme contro l'antenna. L'affondo al Comune


(A. Cip.) I cittadini di Nogarè sono scesi in strada compatti per dire un secco no alle antenne. Lo hanno fatto ieri sera con un corteo (in foto) che è partito da via Calbo ed è terminato nell'angolo tra via della Dia e via Bettio, proprio dove sta per essere installata una stazione radio base della Telecom. Tappe intermedie le due postazioni che negli anni passati erano state scelte per costruire l'impianto, bloccato a furor di popolo, come ricordano gli stessi residenti: si tratta del parco e della fermata dell'autobus in via per Nogarè. Ieri sono state anche raccolte le firme per una petizione popolare con la quale i manifestanti chiedono che venga fermata l'installazione da parte della Telecom e un incontro pubblico, al quale partecipino i rappresentanti del Comune, dell'Arpav e della stessa società telefonica.

«Sono quattro anni che nel nostro quartiere ci battiamo contro le antenne - spiega Massimiliano Mario, uno dei manifestati più attivi -; qui altre antenne proprio non ne vogliamo, né sul terreno pubblico né sugli edifici privati. Ci risulta che per la nuova installazione sia già stato firmato un contratto che prevede la concessione del suolo comunale in cambio di 16mila euro annui. Vedremo come andrà a finire. Se spunterà l'ennesima antenna Telecom e Comune dovranno assumersi la loro responsabilità. Siamo preoccupati innanzitutto per la nostra salute, ma anche per la svalutazione degli immobili vicini ai ripetitori». I residenti hanno espresso il loro disappunto per non essere mai riusciti, in questi anni, a incontrare un responsabile della società con il quale confrontarsi. Ma non è piaciuta nemmeno l'azione dell'amministrazione pubblica. «Non è nostra intenzione polemizzare - ha detto Mario però siamo convinti che il Comune debba fare la sua parte, cioè rappresentare i cittadini. Qui c'è un quartiere intero che ha espresso più volte il suo parere contrario all'antenna. L'amministrazione doveva tenerne conto e quindi non concedere spazi al gestore, inchinandosi alla sua volontà». Secondo gli abitanti del quartiere, se il Comune negasse i suoi spazi, in zona non ci sarebbero privati disposti a concedere il loro tetto alle società telefoniche. «Sappiamo già di tre condomini che si sono opposti a richieste di questo tipo, difficile che qualcuno vada contro tutti i suoi vicini di casa»

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